Nell'ambito della Visita Pastorale che il Vescovo Mandara sta svolgendo
nelle Comunità parrocchiali di Mentana e Casali, sabato 4 febbraio, il
Prof. Lucio Cantagalli, presidente del Centro, e Mons. Ernesto Mandara,
Vescovo di Sabina, hanno tenuto un incontro sul tema delle visite
pastorali tra storia ed attualtià.. Con sintesi ammirevole per densità e
lucidità, il prof. Cantaglli ha accennato alle vicende dell’antica
Nomentum; ci presenta la storia di questi luoghi legati all’avvento
del Cristianesimo in Sabina. Il Vescovo si è invece soffermato sulla
difficile e complessa realtà della Sabina, interessata da importanti
eventi demografici che da una parte vedono uno spopolamento delle realtà
delle comunità storiche della Diocesi, dall'altra registrano l'aumento
della popolazione interessate dal fenomeno migratorio che interessa le
comunità della Sabina romana. la comunità cristiana é in continua
evoluzione e cambiamento La dififcoltà dell'azione pstorale, ha detto
Mandara, consiste nel riocostruire un punto di aggregazione nella realtà
diocesana. Il Vescovo ha fatto riferimento anche all'anticlericalismo
in sabina, che trovò faciel connubio con le questioni sociali degli
inizi del Novecento.
CENTRO STUDI NOMENTUM
Associazione Culturale di Mentana
martedì 25 luglio 2017
MADONNA DELLO SPLENDORE
La tela sulla quale è stata raffigurata l’immagine della Madonna dello Splendore si può ammirare nella Chiesa di San Nicola al Castello di Mentana e, precisamente, nello stesso altare dove circa due anni fa è avvenuto il furto del quadro della Madonna del Rosario. Il dipinto, consegnato al Parroco don Domenico, è stato donato dall’artista di origini avellinesi, oggi residente a Mentana, Giusy Guerriero. Il Parroco, ha espresso la sua gratitudine a nome dell’intera Comunità e accettando la donazione ha benedetto, poco prima della celebrazione di domenica mattina, prima della Messa delle 9, il dipinto mariano da ieri esposto alla pubblica venerazione. Un' opera, questa, che evidenzia lo splendore della Vergine grazie al sapiente tocco di pennello della pittrice.
lunedì 24 luglio 2017
DON GIUSEPPE FERRANTE
DON GIUSEPPE FERRANTE
Uomo lineare e tetragono
Nato a Monteflavio in provincia di Roma quando
il rombo dei cannoni, dopo aver seminato terrore e distruzione in tutta
l’Europa, si andava spegnendo ed il vento della pace stava stendendo un velo
pietoso sul mondo insanguinato e virulento, il 17 aprile del 1945, Don Giuseppe
Ferrante, figlio di Bernardino e di Sabrina Iazzoni, entra nella storia della
Umanità nel segno di Cristo Vincitore della Morte e del Peccato.
Se è vero che gli uomini piangono le loro
ferite, è altrettanto incontrovertibile che la Provvidenza sa scrivere dritto
anche sulle linee storte tracciate dalla superbia deleteria e dalla ingordigia
sfrenata soffiata dall’irriducibile Nemico.
Così Dio dona alla Chiesa ed alla Umanità
duramente provata il “Pastor Angelicus”, Papa Pio XII, che con saggezza,
fermezza, dottrina illuminata, guida, sostiene, difende e protegge la Famiglia
umana oggetto della Redenzione Divina.
In questo contesto di ricostruzione umana e
cristiana, e di restaurazione dei valori morali, civili e religiosi, il nostro
caro don Giuseppe viene segnato dalla vocazione sacerdotale, formandosi e
crescendo spiritualmente alla scuola della parrocchia, dedicata a Santa Maria
Assunta, che vigila e custodisce il suo pupillo.
Entrando nel Seminario Sabino di Magliano
Sabina, quando era Rettore Mons. Mario
Montin, Don Giuseppe viene plasmato non solo nel contesto umanistico-letterario
ma soprattutto nell’educazione e alla conoscenza sempre più nitida della sua
vocazione, fino a determinare il passaggio, con pieni meriti di crescita
globale di personalità e di cultura adeguati, al Seminario Maggiore di Anagni,
il Leoniano, per intraprendere il
cammino del Liceo, della Filosofia e della Teologia.
Ad Anagni, alla Scuola dei Padri Gesuiti,
grandi maestri di spiritualità, di cultura e di formazione, Don Giuseppe
acquista quella visione globale e quello sguardo sintetico della realtà,
superando ogni posizione analitica e semplicistica del vivere quotidiano,
proiettandosi sempre alla panoramica unitaria e armonica della vita spirituale
e sociale.
Noi conserviamo una foto molto importante e
significativa dell’anno scolastico 1964-1965 di quando Don Giuseppe frequentava
il III Liceo, che lo ritrae con tutta la sua classe intorno a padre Carlo
Manzia, professore di filosofia, e che esprime tutto il valore, la forza e
l’importanza dell’insegnamento dei Gesuiti.
Terminati brillantemente gli studi e raggiunto
un grado eccellente di preparazione sotto ogni profilo, Don Giuseppe viene
invitato a compiere il “Passo” sacerdotale, e per le mani del Mons.
Vescovo Marco Caliaro riceve la Sacra
Ordinazione il 5 settembre 1970.
Intanto nella Chiesa al “Pastor Angelicus” Pio XII, è succeduto il “Papa Buono”, Giovanni XXIII, che indice il Concilio Ecumenico
Vaticano II, che coinvolge tutta l’umanità in una esplosione di rinnovamento a
tutti i livelli di ordine spirituale, morale, dottrinale e sociale.
Don Giuseppe, dopo le prime esperienze come
vicerettore al Colleggio Leoniano, effonde le primizie del suo sacerdozio,
lavorando con zelo e costanza a favore del popolo di Dio nella parrocchia della
SS.
Trinità in Forano Sabino, paese ameno e
ridente della Sabina Reatina in provincia di Rieti.
Dopo aver acquistato un ricco spessore di
maturazione e di esperienza pastorale don Giuseppe svolge, per lunghi anni, il
suo ministero sacerdotale a Mentana, antica colonia Albana (Nomentum), famosa,
in questi ultimi tempi, per la sconfitta di Garibaldi del 13 Novembre 1867.
Notorio inoltre l’impegno, l’amore e la
continuità operativa di Don Giuseppe, nel dare impulso al rinnovamento
liturgico proposto dal ConcilIo Vaticano II, con l’intento di mettere il “nuovo
vestito” al rito eucaristico conservandone l’integrità, la bellezza, la
sostanzialità.
Il 1° settembre 2014, come coronamento
provvidenziale della sua intensa attività sacerdotale nel campo pastorale, nel
servizio liturgico, nella relazionalità giovanile come in quella della
educazione nella famiglia, viene eletto Parroco nella cattedrale della città
(titolo avuto nel 1837) di Poggio Mirteto.
Assalito da un male aggressivo e martellante
in questi ultimi mesi, Don Giuseppe, sostenuto dall’affetto dei suoi cari,
assistito e seguito con cura fraterna dal Vescovo della Diocesi Mandara e
circondato dall’amore sincero di tutti i confratelli nel sacerdozio, faceva
ritorno alla Casa del Padre per celebrare la liturgia del Cielo, che non
conosce tramonto, il 5 aprile 2017.
La celebrazione Eucaristica di suffragio e di
commiato, presieduta da Mons.
Ernesto Mandara è stata officiata nella Chiesa
parrocchiale di Santa Maria Assunta in Monteflavio.
Il sorriso e la gioia di vivere sprigionati
dalla bellissima foto che troneggiava in Chiesa, sarà per ognuno di noi
testimonianza di vita serena e di fede cristallina e verace.
Cherchi don Enzo
giovedì 13 luglio 2017
IL CENTRO STUDI NOMENTUM
IL CENTRO STUDI NOMENTUM
Ma perché l’idea
di un progetto culturale in Parrocchia? Lo spiegano molto bene i due termini
“progetto'' e ”cultura''. ''Progetto'': tutti ne facciamo, giusti o sbagliati.
''Cultura'': non intesa come erudizione, ma quella che riguarda tutti, perché
tutti abbiamo i nostri modi di vedere, di pensare e di comportarci. «Perché
vivo in un certo modo e non in un altro? Che cosa c'è dietro le mie scelte? E
le scelte nostre, della collettività, del mio quartiere, della mia città?».
Progettare la mia vita e le mie scelte perché siano secondo l'insegnamento di
Cristo e della Chiesa significa entrare nel progetto culturale orientato in
senso cristiano.
L’iniziativa,
sarà coordinata dall’Associazione “Centro
Studi Nomentum”, presieduta dal Prof. Lucio Cantagalli, e si propone di
realizzare eventi ed incontri finalizzati a ricercare le ragioni della speranza
cristiana che anima la storia remota e presente della nostra gente sabina, per
rendere ragione della fede, fondamento della nostra speranza che supera perfino
le soglie della morte. I linguaggi e gli approcci saranno quello scientifico,
letterario e artistico in uno sforzo autentico di incarnazione della fede.
Molto spazio sarà dedicata al dialogo
con gli Enti, le Istituzioni e le Associazioni,
nell’intento di aprire un dialogo collaborativo che possa cooperare alla
salvaguardia e allo sviluppo del nostro territorio. Una priorità sarà quella
per la comune valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche,
archeologiche, storiche, culturali e spirituali
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